All'avvenuta conquista di un territorio, i Romani dividevano le terre agricole in tre parti. Una parte di territorio spettava allo stato, una seconda parte spettava ai veterani, mentre la terza veniva lasciata ai vinti.
Il metodo di parcellamento usato veniva chiamato centuriazione e consisteva nella divisione del territorio in appezzamenti quadrati chiamati centuria. Le centurie misuravano circa 710 m (20 actus) di lato e corrispondevano a circa sessanta ettari odierni.
La suddivisione della terra in parcelle regolari si
praticava tirando da un punto di partenza prestabilito (il così detto umbilicus) due
direttrici perpendicolari l’una sull'altra (i cosi detti decumanus maximus e
cardo maximus). Parallelamente alle due direttrici principali veniva quindi
tracciata nel territorio prescelto un’intera rete. I tracciati di direzione
est-ovest si chiamavano decumani, quelli di direzione nord-sud invece cardi.
Bisogna tener conto che la centuriazione non era una
"semplice suddivisione" del terreno, ma anche un'opera ingegneristica,
idraulica e civile che comprendeva anche strade, canali, etc.
La centuriazione romana nella parte meridionale
dell’Istria e tuttora ben riconoscibile nelle mappe catastali e nelle carte
topografiche. I resti sono specialmente riconoscibili delle vicinanze di Pola,
dove viaggiando in auto/bici certe volte si fanno delle brusche svolte ad
angolo retto proprio perché le strade attuali seguono i canali e le strade risultanti
dalla centuriazione.
Proprio queste traccie ancora molto evidenti dell'antica
centuriazione hanno consentito allo storico triestino Pietro Kandler di
stabilire già alla meta del diciannovesimo secolo l'esatta posizione dei cardi e
dei decumani che dividevano agro polesino.
Per quanto riguarda il Carso, la situazione concernente
l'antica centuriazione appare ancora poco chiara, poiché questo modello di
parcellamento e stato molto probabilmente abbandonato relativamente in breve
tempo dopo la dissoluzione del Impero. La centuriazione è infatti poco adatta a
un territorio come quello del Carso poiché essa segue rigorosamente la propria
logica rettilinea e perpendicolare senza curarsi delle peculiarità del
territorio quali la presenza di doline, rupi, etc. Da questo punto di vista la
centuriazione differisce sia dalla suddivisione preistorica che quella moderna.
Le prime costatazioni sull'effettiva presenza della
centuriazione sul Carso sono molto recenti. Nel suo saggio uscito all'inizio di marzo
2017 ed intitolato “Sledovi rimske zemljiške razdelitve na Krasu” lo storico
Dimitrij Mlekuž, illustra, grazie all'utilizzo della tecnologia di ricerca
LIDAR e al lavoro sul terreno, la persistenza di tracce dell’antica
centuriazione romana sul Carso.
Nel accettare i risultati presentati c’è comunque
bisogno di una sana dose di prudenza. Il ricercatore ha infatti sviluppato il
proprio modello basandosi su soli 12
km di tracce identificate in tre aree distinte della
parte slovena del Carso. Nonostante ciò i risultati fino ad ora ottenuti
possono essere considerati una solida base di partenza per future ricerche.
Ricostruzione grafica della centuriazione sul Carso
La freccia sull'immagine LIDAR indica una linea di suddivisione (i resti semisepolti di un muretto a secco, utilizzato a tal scopo).
Tracce della centuriazione fino ad ora identificate grazie alla tecnologia LIDAR.
Le distanze tra le linee suddivisione
fino ad ora scoperte sono coerenti con le unità di misura utilizzate dai Romani
per la centuriazione.
Per saperne di più:
Dimitrij Mlekuz - Sledovi rimske zemljiške razdelitve na Krasu
Antonio Marchiori - Infrastrutture territoriali e strutture insediateve dell'Istria romana: La divisione centuriale di Pola e Parenzo in rapporto ai grandi complessi costieri istriani.
Per saperne di più:
Dimitrij Mlekuz - Sledovi rimske zemljiške razdelitve na Krasu
Antonio Marchiori - Infrastrutture territoriali e strutture insediateve dell'Istria romana: La divisione centuriale di Pola e Parenzo in rapporto ai grandi complessi costieri istriani.
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