La val Rosandra è stata abitata fin dalla Preistoria, ma solo al periodo
Protostorico risale la costruzione delle prime opere fortificate, attività che
e proseguita ininterrottamente praticamente fino ai giorni nostri.
Se ristringiamo il campo al
solo medio evo, posiamo cosi trovare nella valle i relativamente noti resti del
castello di Moccò, del tabor di
Draga e del castello di Vichimberch. A suo tempo esisteva anche una muda
fortificata a Klanec, della quale però non si trovano più resti visibili.
Soffermiamoci un attimo sul
castello di Vichimberch. Esso sorge sulla sommità del Žerjalski vrh (quota 390)
e risale alla metà del XIII secolo, quando su autorizzazione del vescovo di
Trieste fu costruito sul suolo triestino dal ministeriale goriziano Almerico di
Carsperch. Il castello ebbe vita breve poiché venne distrutto dalle milizie
triestine già nel 1361.
Pochi invece sanno, che sul
colle Punjert (circa 450 m a SE di Vichimberch) si trovano i resti di una
fortificazione molto più misteriosa. Il sito e stato notato dall'archeologo M.
Župančič negli anni ’80 e segnalato all'Istituto per la tutela del patrimonio
culturale della Repubblica di Slovenia, che applicò al sito e alla zona
circostante il regime di tutela archeologica. A Punjert venne assegnato il
numero di registro 16010. La descrizione disponibile e estremamente sintetica,
quanto interessante e suscettibile di ulteriori indagini: “fortificazione
medievale di piccole dimensioni con fossato difensivo ben visibile. Datazione:
Medio Evo.” Nessun scavo o altra indagine invasiva venne o è stata svolta.
La posizione di Punjert e
segnata col rombo rosso
L'associazione LIMES ha quindi
deciso di operare sul sito con metodi non invasivi. La finalità era di capire
se sul poggio denominato Punjert, circondato da un fossato di chiara origine
artificiale, ci fosse stata un’opera fortificata, di quale probabile epoca, con
quale funzione e, possibilmente, creare un rendering grafico della costruzione.
I rilievi topografici, oltre
ad accertare la presenza del fossato e la presenza di alcune discontinuità
sulla superficie pianeggiante del plateau, non hanno dato ulteriori risultati.
Si è deciso quindi di procedere ad un’analisi della cartografia disponibile
oltre, naturalmente, ad un’attenta ricerca bibliografica, ma senza nessun
esito.
L’utilità del Lidar (Light
Detection and Ranging) nel caso del sito di Punjert è emblematica:
l’osservazione tradizionale dal cielo, per mezzo di foto aeree e satellitari
non dava alcuna informazione di qualche importanza, mentre grazie al sistema
Lidar si può vedere che il fossato (di lunghezza di circa 130 m) è di forma
irregolare, mentre sul plateau si può intuire la presenza di una struttura grossomodo
rettangolare della dimensione di circa 20 x 15 m.
In considerazione di questi
importanti indizi, nella ragionevole speranza che il terreno del plateau
potesse celare ancora i tratti inferiori delle murature, si è deciso di
procedere ad un rilievo georadar (GPR– Ground Penetrating Radar). Lo scopo era
quello di analizzare il terreno per l’eventuale localizzazioni di strutture
sepolte di possibile interesse archeologico.
L’indagine georadar nel sito
ha confermato la presenza di strutture sepolte interpretate come porzioni di
opere murarie. Queste strutture presentano una continuità (linearità) e sono di
forme e dimensioni diverse. Dai rilievi si può notare che i resti delle strutture
murarie hanno uno spessore poco inferiore al metro, ad eccezione del muro
trasversale, posizionato a circa 2/3 della lunghezza del plateau che, con ogni
probabilità, è congruente con il modesto “gradino” percettibile sul terreno.
Considerato il maggior spessore di queste ultime strutture murarie, che
arrivano a circa 1,5 m, e il loro posizionamento, si presume, con sufficiente
certezza, che siano i resti di una torre di difesa.
Uno dei profili GPR con indicate le anomalie create da una struttura muraria sepolta
Dai risultati delle ricerche
ci portano a credere che Punjert nasconda nel sottosuolo i resti di un piccolo castello
medioevale. Probabilmente si trattava di una modesta fortificazione con una semplice
cortina muraria (forse parzialmente lignea) e torre (semi)centrale difensiva.
Punjert nel passato aveva una buona posizione strategica dalla quale poteva controllare le vie di traffico a quei tempi presenti nell'alta val Rosandra.
Trattasi quindi di una fortificazione, che ha probabilmente difeso l’ex
percorso che da Trieste, attraverso la val Rosandra, proseguiva lungo la linea
di minima pendenza verso Mihele e Beka.
Ricostruzione grafica (ipotetica) di Punjert
In conclusione osiamo
formulare tre ipotesi sull'origine e la datazione di Punjert. La prima vede una
datazione del sito intorno all'anno 1000, quando sul Carso i Weimar fecero
costruire una prima serie di fortificazioni, da cui ne consegue che Punjert
fosse già stato distrutto o abbandonato già prima del XIII secolo, quando fu
costruito il castello di Vichimberch. Data l’assenza di resti e tracce murarie
in superficie, è molto probabile, seguendo tale ipotesi, che Vichimberch fosse
stato costruito, almeno in parte, utilizzando i materiali di Punjert, poiché
queste due località sono relativamente vicine e ben collegate tra loro. Secondo
la seconda ipotesi Punjert darebbe stato il “campo” temporaneo delle milizie
triestine, durante l’assalto del castello di Vichimberch. Questa tesi appare
poco sostenibile, in considerazione della distanza dal castello target e dalla
sua posizione, opposta alla probabile provenienza delle milizie triestine. Secondo
la terza ipotesi, che appare quella più plausibile, Punjert sarebbe stato un
propugnacolo, i.e. una fortificazione avanzata destinata ad implementarne la
resa bellica del castello di Vichimberch e quindi ad esso coevo.
Si auspica che in un prossimo
futuro si possa procedere ad una serie di indagini invasive che possano,
sperabilmente, render più chiara l’origine di tale castello “perduto” nell'alta
val Rosandra.
Per saperne di più:
Sapač, I. (2011) Grajske
stavbe v zahodni Sloveniji: Kras in Primorje. Ljubljana: Viharnik.