torek, 5. februar 2019

Il confine ai "confini del mondo"

A sud della cima del Nevoso/Snežnik si apre, tra le fitte foreste, una serie di ampie radure pianeggianti note come Gomance, Čabranska polica e Klanska polica. Tra le ultime due, sulla quota 1143, si trovava il trifinio (triplice confine) tra l'Istria (Margraviato d'Istria), la Croazia (Regno di Croazia e Slavonia) e il Ducato di Carniola, al tempo dell'impero asburgico.

Posizione del trifinio su una carta topografica risalente al 1914.

Assai curiosamente, parte della linea di tale confine amministrativo, ricalcava esattamente il vicino Claustra romano, chiamato anche Vallo Liburnico, in direzione N verso Babno polje / Prezid e S verso Klana / Studena. La stessa linea di confine fu poi successivamente ricalcata sia dal confine tra Italia e Jugoslavia tra le due guerre mondiali e parzialmente l'odierno confine tra Slovenia e Croazia.


Agli inizi del ventesimo secolo la zona del Nevoso/Snežnik era comunque un po' meno selvaggia e dimenticata di quanto lo sia al giorno d'oggi. Esistevano infatti numerosi piccoli centri abitati più o meno saltuariamente da boscaioli, cacciatori, etc.

Sguardo sui dintorni del trifinio come si presentava agli inizi del ventesimo secolo.

I principali "centri", o meglio castelli, rifugi, case forestali e di caccia sul massiccio del Nevoso su una cartolina risalente al 1904.

Le foreste della Čabranska polica (settore Regno di Croazia e Slavonia) erano di proprietà del barone Ghyczy.

Anche se le vicende belliche della prima guerra mondiale non coinvolsero direttamente la zona, i suoi postumi portarono comunque a uno totale sconvolgimento della precedente situazione. Gomance, Čabranska polica e Klanska polica divennero parte del Regno d'Italia e nella zona apparve un confine strettamente presidiato.

Carta topografica italiana indicante il corso del nuovo confine. Curiosamente vi sono segnati anche i resti del limes romano.

La nuova situazione politica porto con se anche maldestri tentativi d'italianizzazione dei toponimi locali che portarono a non poca confusione.


Casa forestale sul altopiano (Ciabransca; Cabrasca) su una cartolina risalente al 1930. Interessante il camion Fiat (probabilmente un Bl 18).

Come già detto prima dopo la delimitazione del nuovo confine questo fu strettamente presidiato sia dalla milizia di confine che dalla guardia di finanza. Il presidio della frontiera porto con se la necessita di costruire numerose caserme. Difficile stabilire quante esattamente ne furono costruite in nella zona del Nevoso/Snežnik. Durante le nostre ricerche siamo riusciti a identificare le seguenti:
- Caserma Difensiva Guardia alla Frontiera Pian della Secchia
Caserma Guardia di Finanza Ciabransca
- Caserma Milizia MVSN Ciabransca
- Caserma Guardia di Finanza Monte Cifri (Cifre)
- Caserma Milizia MVSN Monte Melise (Melišje)
- Caserma Guardia di Finanza Quota 909 (Brgudac presso Studena)
- Caserma Milizia MVSN Dolina dei Noccioli (Leskova dolina)
- Caserma Guardia di Finanza Dolina dei Noccioli
- Caserma Difensiva Guardia alla Frontiera Dolina dei Noccioli
- Caserma Guardia di Finanza Zabice (Zabiče)


In concomitanza con le caserme furono costruiti anche numerosi bunker, posizioni d'artiglieria, fossati anticarro e campi d'ostacoli anticarro di cemento. 

Nonostante questa forte militarizzazione la zona Nevoso/Snežnik del negli anni 20 e 30 visse un breve ma intenso periodo di sviluppo turistico. Klanska polica divenne infatti per un breve periodo un popolare centro sciistico completo di trampolino per il salto con gli sci. C'erano ben 2 strutture d'accoglienza turistica aperte tutto l'anno: la popolare capanna Angheben e il più signorile rifugio Guido Rey. Durante questo periodo Klanska polica fu teatro di numerose gare sciistiche.

Partecipanti a una gara sciistica in sosta davanti alla capanna Angheben.  

L'affluenza di gente in zona, sia militari che turisti, porto con se anche all'apertura di un piccolo negozio a Gomance.


Il centro turistico di Klanska polica perse comunque di popolarità già verso la fine degli anni trenta. 

Oggi delle allora esistenti strutture sia turistiche che militari non rimangono che pochi resti. Dopo la seconda guerra mondiale e la scomparsa del confine queste strutture furono, tranne che in pochi casi, abbandonate e lasciate al declino o addirittura intenzionalmente rimosse. La zona del Nevoso/Snežnik tornò cosi ad essere il "regno" dei boscaioli, dei cacciatori e degli amanti della natura selvaggia che neanche il susseguente nuovo confine tra Slovenia e Croazia riuscii nuovamente a turbare.

Una delle poche strutture "riciclate" e la caserma in cima al Brgudac presso Studena che al giorno d'oggi funge come casa di caccia. Questo edificio sorge curiosamente proprio nel punto dove i confini amministrativi austriaci, confine tra Italia e Jugoslavia e vallo romano (Clausta) si sovrapponevano perfettamente.

Posizione del confine amministrativo su una carta topografica risalente al 1914.

Nei pressa della casa di caccia e anche possibile visitare un bel tratto del Claustra recentemente restaurato.


Fonti:
www.lokalpatrioti-rijeka.com
https://www.kamra.si

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