ponedeljek, 10. julij 2017

La storia dello skyphos con civetta di Most na Soči

Durante gli scavi archeologici del 2001, a Most na Soči, venne ritrovato dagli archeologi, in una tomba risalente al V secolo a.C., uno skyphos, quasi intatto, decorato con figure di civetta.

Lo skyphos ritrovato to a Most na Soči

Lo skyphos è un modello di coppa per libagioni originaria dell'antica Grecia. Questo tipo di coppa è caratterizzato da un piede basso e da due piccole anse poste appena sotto l'orlo. Le anse possono essere o entrambe orizzontali (tipo A) o una orizzontale e l'altra verticale (tipo B). Gli skyphos di tipo B, vengono anche chiamati, indipendentemente dal tipo di decorazione, glaux, cioè civetta. Questa denominazione è probabilmente legata al fatto che la forma della coppa ricorda un uccello. L'ansa verticale rappresenta la testa dell’animale, la coppa il tronco e l'ansa orizzontale la coda. 

Nel V secolo a.C., ad Atene, si iniziò la produzione di grandi quantità di skyphos, a figure rosse su sfondo nero, raffiguranti una civetta tra due rametti d'ulivo. Questo tipo di skyphos divenne molto popolare e venne esportato nell’intero mondo greco, Italia meridionale ed Etruria comprese. Vista la grande popolarità dell’oggetto, presto incominciarono ad apparire »copie« provenienti prima da Corinto e dopo anche dalla Puglia, dalla Campania e dall'Etruria.

Skyphos con civetta di tipo A conservato a Bologna

Skyphos con civetta di tipo B conservato a Antalya

La datazione degli skyphos con civetta risulta problematica poiché non ci sono parallelismi stilistici con altro vasellame dipinto di quel periodo. Il modo usato per raffigurare la civetta è, infatti, completamente al di fuori degli stilemi pittorici tipici per l'epoca. Si crede quindi che queste coppe siano state, almeno all'inizio, prodotte in laboratori altamente specializzati, che svilupparono un proprio stile pittorico. Nonostante ciò, si ritiene che la maggior parte degli skyphos con civetta risalga al periodo 475 – 425 a.C..

L'iconografia degli skyphos con civetta appare comunque molto chiara. La civetta è ovviamente legata alla figura della dea Atena, protettrice della città di Atene. Il modo in cui la civetta è rappresentata ricorda inoltre l’aspetto delle monete d'argento ateniesi che riportavano da un lato l'effige della dea Atena con il caratteristico elmo e dall'altra una civetta nella stessa posa di quella raffigurata sugli skyphos, accompagnata da un rametto d'ulivo.

Moneta d'argento ateniese

D'altro canto ci sono poche certezze sul significato e sull'utilizzo degli skyphos con civetta. La loro peculiarità sta in primis nel numero insolitamente alto degli esemplari ritrovati. Un vecchio articolo del 1955, per esempio, ne conta ben 48 solo nei principali musei europei. Questo fatto sta a indicare che, per un periodo dell'antichità, essi giocassero un ruolo assai rilevante nella società. Molto probabilmente facevano parte di rituali di sacrificio ad Atena. Questa ipotesi troverebbe conferma nell'elevato numero di frammenti ritrovati sull'acropoli di Atene. È altresì probabile che le coppe venissero utilizzate sia nei rituali religiosi domestici che durante le feste religiose.

E lo skyphos con civetta di Most na Soči? Nell'area delle Alpi sud-orientali oggetti di lusso di questo tipo arrivavano molto di rado. I preziosi manufatti greci prima raggiungevano per mare gli avamposti ellenici più settentrionali sulla sponda occidentale dell’Adriatico (Adria, Spina), da dove in seguito continuavano il loro tragitto nell'entroterra, seguendo le antiche vie commerciali.

È difficile credere che nell’Isontino ci fosse qualcuno che venerasse la dea Atena, quindi è molto probabile che la coppa avesse una funzione puramente decorativa per il (presumibilmente ricco e rispettabile) proprietario. Se si tratta di uno skyphos ateniese originale o di una sua copia, ciò rimarrà probabilmente un mistero.

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